Vasti vuoti dormono con me
sfregandosi confusi sulle mie spalle nude
solo vago in questo tempo chino su se stesso
a ritrovare
ciò che muta nel ritmo del mio stupore
Cadono sul seno dolente, misteri
acuti miraggi nel tremore ombroso di arnie
rosolacci insolenti, cocchiere d’un deserto
grezzo senza sciacquii di fragranze, ignude
parole si chiudono a Sud, simile al mormorio piatto
che attorno sente la bellezza quando i Bronzi arrivano
dolce è anche il loro riposo che a una donna vergogna
risparmia, di sogni e d’amore, di ella bacia
il core con tale virile ardore nell’occhio