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    Dal mare appari in cesellatura

    sirena, dove il creato si svela

    è il piacere dell’occhio segue

    l’invito oltre l’orizzonte fa eco

    tra battelli che leggeri emettono bava

    dove ha scheggiato il sole il suo barlume

    o l’albeggiare nel suo rosato nascere

    il lattescente gabbiano si muove in acqua

    dimena l’alice, arcano corteo lucente

    fuggevole a fauci saccheggiatori

    Potessero le mie brame riversarsi

    in questo tino ionico, rapito alle tue orecchia

    e toccare il tuo cuore cortese

    tanto può la passione in questa impresa

    il richiamo di una zampogna quando

    è  colma di suoni ricchi ch’inebriano

    Ah, quei suoni per me siano l’ambra di magia

    l’assaggerò, li coglierò, quando la luna

    il suo cereo volto svela nello sguardo affamato mio

    pronto ad afferrare i deboli spruzzi

    di Morgana cui lo sguardo erompe il cuore

    in poesia, impugnerò d’aquila la penna

    glorificò  col grido suo il nome tuo Reggio

    finché una luce fluente d’estasi

    possa morire di piacere e il suo giovane

    spirito  alle visioni di ombre silenti

    dia riposo a te vergine dormiente

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