Introduzione

La poesia non sfiora l’esistenza del poeta, la conquista, la domina, l’assorbe, per sempre. Di ambigua identità: è una pioggia di note di piano, un intreccio di profumi, un contrasto dolorante di emozioni? Soprattutto è il poeta, è ciò che di sé stesso dice, rinascendo parole per secoli masticate. È Catullo:la sua musica, passione, dolore di altri che ha trafitto il suo spirito, la sua poesia. Poeta moderno in un mondo antico, egli è l’emblema di tutti coloro che la poesia soggioga, rendendoli suoi figli, schiavi,amanti. Ben oltre la morte,se è lecito pensarlo.

Annalisa Locatelli

Dal mio scrigno – Immacolata Cassalia

Silloge di poesia presentata al Palazzo Regionale della Calabria dalla Associazione Culturale Onlus “Belmoro” aprile 2007, con il patrocinio Regionale, in presenza di autorità locali, associazioni culturali, associazioni di volontariato e televisioni locali.

 Presentazione Prof. Teresa Calafiore, Relatore la Prof  Francesca Neri,coordinatore del dibattito “Poesia Contemporanea”  Prof Annalisa Locatelli, con la partecipazione dell’Autore Immacolata Cassalia

Dedica

A Nando
compagno della mia vita
alle tre perle frutto del nostro amore
Laura, Giuseppe ed Irene

Notizie Biografiche

Nasce il 10 giugno1950 a Reggio Calabria, ove risiede. Opera nel volontariato, con l’Associazione Anffas Onlus come consigliera con delega A.B.A. ( Abbattimento delle barriere architettoniche) e di Fund Raising.Relatore per il comitato dei genitori per il diritto alla mobilità al convegno:”Quando la voce non arriva” pubblicato sul web Infocity, delegata dalla Fish Regionale(Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) come relatore al convegno sull’Abbattimento delle Barriere Architettoniche. È consulente associativo. Fa parte della redazione del settimanale “Reggio Quartieri”. Ha esordito con la poesia : Io e  Me, presentata al Centro Culturale Colacrisi :” Premio Sambatello” ricevendo un attestato di merito.

Prefazione

Il mondo poetico di Immacolata Cassalia trova le proprie coordinate nelle due dimensioni dell’autobiografismo e dell’attenzione all’altro. Dimensioni imperniate non certo sull’antitesi, bensì sulla ricerca di un punto di congiunzione che consenta alla cifra autobiografica di non rinchiudersi nell’isolamento solipsistico, ma di porsi come consapevole elemento di dialogo e di confronto con l’altro. Nella dimensione dell’autobiografismo rientrano le numerose composizioni

delle silloge ispirate agli affetti familiari considerati con fine sensibilità, ma anche quelle in cui l’Autrice si analizza e si interroga. Così Io e me si sviluppa intorno alla domanda di fondo chi sei?, interrogazione destinata a rimanere senza risposta esaustiva. Forse, infatti,, l’Autrice è quello che vorrebbe essere, o forse quello che crede di essere,o ancora quello che gli altri credono che sia. In questi termini ella affronta il problema essenziale della propria identità, tentando di delinearla per il tramite del rincorso alle immagini di sé nelle varie età della vita e nei vari ruoli che essa le ha richiesto di interpretare. Al fondo sembra comunque disegnarsi una tenace volontà di vivere, che è fatto personale, certo, ma anche fatto umano in più largo senso, se è vero che anche nell’inferno della Shoah risuona martellante l’affermazione: Eppure voglio vivere. Vivere, peraltro, una vita dignitosa: ecco allora la composizione dedicata a Piergiorgio Welby” ( A … Welby). La dignità della vita è un tema caro alla meditazione poetica della Cassalia e costituisce il punto di congiunzione tra i motivi autobiografici e l’attenzione verso l’altro. Se sul piano personale ella cerca un rifugio nella natura e nel silenzio, auspicato ed agognato come situazione di pace interiore, sul piano del rapporto con l’altro si avvicina ai “ diversi”. Il suo atteggiamento nei loro confronti è improntato non soltanto a caldo senso di umanità, ma alla piena consapevolezza che due mondi così lontani possaono a poco a poco trovare motivi ed occasioni di contatto grazie al “treno” della conoscenza e del sapere, Perché l’ignoranza nei confronti dell’altro, la mancata compressione delle sue peculiarità e delle sue difficoltà alimentano la separazione tra i mondi e precludono la possibilità dell’incontro. Attenzione al mondo dei “ diversi”, quindi, ma anche a quelli dei diseredati di chi vive”nell’inferno di povera gente”(Senza tetto). Quasi che l’Autrice intenda opporre la grande valenza della disponibilità, dell’ascolto e della conoscenza reciproca alla mancanza di fratellanza, in un mondo segnato dal vizio d’origine della violenza. Quella  attuata nel fratricidio perpetrato da caino, il biblico assassinio fondatore della storia umana che sembra destinato a ripetersi ogni volta che gli uomini si rivolgono” lo sguardo/dell’ira”(Fratello). L’Autrice esprime i motivi fin qui accennati utilizzando un dettato poetico lineare. In generale, a parte scoperti echi leopardiani in Primavera e qualche concessione al lessico aulico, il registro stilistico risulta colloquiale, quasi si voglia lasciare il maggiore spazio alla persuasività dei temi, perché si impongono con più incisività all’attenzione di chi legge.

Prof. Francesca Neri

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