Il cuore lo chiamava, Billy prese un foglio e una penna. Un pezzo di carta bianca era ricoperto di nero, era la sua prima lettera, un’emissiva d’amore, si sentiva impotente mentre il suo cuore dettava le parole. Era teso, nello stesso tempo molto felice, si sentiva bene dentro come se avesse già avuto la chiave per entrare in paradiso. Era la prima volta che provava un’emozione del genere e si rese subito conto che si era innamorato e il suo profumo lo aveva sempre con lui un profumo zagara.
Scrisse: – “Cammini nel mio cuore, con la tua essenza in fuga,mentre le ombre del giorno desta la zagara inseguita dal tramonto. Alzo la mia umile voce affamata dal crepuscolo dei tuoi occhi, stelle di mare, che cantano il tuo nome, sognando fughe nel tuo corpo. Le mie parole si fanno sottili, umide, si aggrappano al tuo volto in suppliche, chiedendo alla mia visione onirica di toccarti. Ti amo nel fiorire delle tue carezze, in un concerto che accarezza la terra e chiude al mio sonno un bacio nel cantico della tua bocca. In questo silenzio costellato al tuo pensiero, muoio, nella sete di te”.
Bellissimi missiva…grazie per il tuo passaggio sul mio blog
Grazie a te per aver lasciato un tuo prezioso commento
Vorrei tanto conoscere un Billy con l’animo così poetico, passionale e delicato
Grazie Iry
Baci
Mistral
ed io viaggio nel celeste giorno
in cerca di te
mi perdo nella notte
allungo il braccio, tendo la mano
ad un’ombra luminosa
che non trovo
Malizioso e tacito scilola quel senso
nelle rete delle vene
quel fuoco brama, mai sazia
la bocca lacerante e dolce
sono arsura i suoi baci
accese per la mia gioia come torce
che giacciono nel suo corpo affamato
figliando ombre, torre delle mie paure
denuderò le spalle al suo sonno,alla sua mente
arriverà lei a questo passo? Non v’è un uomo solo
uno solo che muta la sua forma in una maschera
nei miei occhi pudici leva lo sguardo
Il buio, la notte non mi fa paura
la luce si è riaccesa in me
mi piace la poesia
ricominciare o ricadere nell’oblio?
ritrovare il desiderio
piacere, vita.
Riaccendere il fuoco
con messaggi nuovi?
un canto
le nostre voci giacciono, al ritorno
che sveglia e ci sveglia
nel viale delle azzalee
a sud, dove le pioggie non sciolgono
il respiro, bussa alla porta e chiede:
poesia, fu questo a portarci entrambi
nel pozzo dei profumi troppo densi
ai nuovi alveari, screnzati
di rosso e arancio
sono stato, questa estate
a casa tua. un giorno limpido
e lucente del sud
c’erano due uomini antichi e belli
non ti ho cercata a invadere il tuo mondo
ma c’eri ti ho sentita, dolce, calda, bella
all’ombra della mia chiglia
fluttono correnti di accolienza
non fuggire:luce
dall’ombellico cavo che mantiene
il mio respiro
c’era sole, aromi
colore e calore nella terra di lavoro,
le bacche di mirto profumavano l’aria
lo spacco sanguigno del melograno
ricordava ansimanti momenti,
servirò su un piatto d’argento, a te
la mia idiozia
per avervi abbandnato
matura tra i pampini, il desiderio
non cibalo di bacche del buio
le palbebre vogliono schiudersi
nel tino della luna ubriaca di sonno
a tuo nome
dimmi di respirare i vecchi ombrelli
soffici colori fuggitivi, di zagara e lingue
di rosmarino, a bocca come una falena illesa